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Una pagina dal web dedicata a Gabriele.

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In memoria di Gabriele, 31 anni, che con la sua startup voleva curare chi ha malattie irreversibili

 

Gabriele Corbelli era uno startupper. Insieme al socio Luca Ravagnan ha fondato Wise Biotech, una azienda che si occupa di impianti biomedici e sensori nanotecnologici. Il 18 aprile Gabriele doveva partecipare alla Intesa Sanpaolo Startup Initiative, ma non si è presentato. È deceduto la notte precedente. Lo hanno ricordato solo Emil Abirascid e Andrea, che ci ha scritto questo post.

Mi chiamo Andrea,

ho 18 anni e sono uno startupper. Ero allo Smau di Roma con il mio stand a presentare la mia startup ed accanto a me c’erano Gabriele e Luca. Erano due ragazzi di quelli che non sai che esistono.

Non conosci neppure il loro nome e il loro cognome, ma sai che tante persone li ringraziano perché forniscono alla comunità soluzioni per migliorare la qualità della vita. In questo caso, loro aiutano le persone colpite da malattie irreversibili al sistema nervoso.

Il progetto di Gabriele e Luca è ambizioso: realizzare degli impianti in silicone e micro-circuiti da installare nel corpo dei pazienti per alleviare i sintomi dovuti a disturbi molto gravi.

Gabriele era italiano, amava l’Italia e mi raccontava perché aveva scelto di rimanere. Era orgoglioso di poter continuare a lavorare nel suo paese. Era convinto di potercela fare, ci credeva. Perché, nonostante tutto, lui era felice di fare quello che faceva.

L’ultimo giorno della fiera ci siamo lasciati con un “la prossima volta venite a giocare a casa nostra a Milano, così ci aggiorniamo e vediamo come vanno le cose”. Bene, quando ci sarà lo Smau di Milano Gabriele non lo incontrerò, perché ci ha lasciato alcuni giorni fa.

Alla notizia della sua scomparsa ho percepito un vuoto grandissimo ed un senso di dispiacere che non è condivisibile attraverso un post. Di Gabriele e della sua scomparsa non ha parlato nessun giornale, nessuna tv. Neppure nel mondo della tecnologia nessuno lo ha ricordato.

Per dovere di cronaca l’unico è stato Emil Abirascid, che ha dedicato una news sul portale StartupBusiness. Eppure Gabriele era una di quelle persone che sarebbe bello ricordare, non soltanto perché ha creduto nelle sue capacità, ma perché ha fatto tutto questo con umiltà. Ha sviluppato la sua tecnologia per un motivo nobile: è un esempio per tutti coloro che vogliono e vorranno provare a realizzare una propria idea.

Sarebbe bello se tutti gli startupper di casa nostra venissero a conoscenza della storia di Gabriele e della sua startup, che si chiama Wise Biotech. La sua idea non si fermerà ma continuerà grazie a Luca, il suo socio.

Inoltre, sarebbe bello se i giornali, quelli generalisti, non riempissero intere pagine di gossip. Di certo generano tantissime visite, ma sarebbe meglio dedicare piccoli spazi anche a persone come Gabriele. Perché sono le persone come lui che rendono grande questo paese.

Sono contento di averlo ricordato e farò in modo che venga fatto sempre. Soltanto in questo modo potrò sentirmi soddisfatto e felice con me stesso. Vorrei che lo facessero anche gli altri. Per sentirci migliori. Insomma, un po’ come Gabriele.

Milano, 24 aprile 2012
ANDREA S.

8 risposte a “In memoria di Gabriele, 31 anni, che con la sua startup voleva curare chi ha malattie irreversibili”

  1. Guido scrive:

    Grazie, Andrea.
    Il tuo gesto mi ha fatto sapere una cosa importante: che esistono ancora tante persone per bene, che mettono la persona davanti a tutto.
    Hai fatto una cosa bellissima e disinteressata. Se facessimo tutti qualcosa del genere ogni tanto anche il mondo forse diventerebbe migliore.
    Spero che la vita ti sorrida e che Luca riesca a far diventare grande la sua start up. Per lui e per Gabriele, ma soprattutto per noi.

    Guido

  2. Rosaria scrive:

    Ciao, il tuo articolo è stato postato su gruppo Facebook Italian startup scene per ricordare Luca anche in quel contesto. Grazie!

  3. angelo scrive:

    Ammirato e contento che esistano ancora persone nel mondo che non vogliono farsi sentire per il bene che fanno, ma che vengono ricordate solo in casi estremi che la vita gli riserva, e faccio notare che solo i VERI amici lo ricorderanno, ma nello stesso tempo molto amareggiato, per non dire altro, perché la mia domanda frequente è sempre la stessa: perché solo noi immortali che arriviamo a fatica a fine mese, aiutiamo sempre più associazioni, mentre chi di dovere (dottori scienziati e tutto il sistema che ci governa) pensa solo a riempirsi le tasche e la pancia. E oltre a questo ai giovani talenti, sia nel campo informatico, scientifico e medico, non vengono mai date le giuste possibilità di esprimere i loro progetti. Io come piccolo artigiano purtroppo non sono fiero di essere qui e rappresentare questo paese…

  4. adriano scrive:

    Purtroppo il quotidiano è distratto dalla vanità.Chi lavora e si impegna senza clamore non appare,figuriamoci quando esce dalla scena.In questo caso però Gabriele è stato,in un certo senso,fortunato.Ha lasciato degli amici che hanno saputo ricordarlo e fare partecipi della sua piccola e grande storia coloro che non l’hanno conosciuto.

  5. emanuelaramponiscrive:

    è stata solo una casualità, un giro webbeggiando qua e là. ho letto solo oggi, solo ora di gabriele, non l’ho conosciuto, ma oggi per un attimo l’ho amato come se lo conoscessi da sempre. grazie a chi ci ha concesso di averlo presente nei nostri pensieri…ed immaginare che ci sono angeli laici che sfiorano la crosta terrestre e poi in un sol secondo vengono risucchiati da chissà quali altre meravigliose energie.
    ciao
    emanuela

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